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LA CHIESA DI SAN PIETRO APOSTOLO

La presenza di una chiesa paleocristiana dedicata a San Pietro Apostolo è attestata a prima dell’anno mille. San Pietro le Tartare, come era chiamata l’antica chiesa, sorgeva lungo la Via Latina, nel territorio che oggi corrisponde al confine tra le attuali Ceccano e Patrica. La testimonianza della presenza di questa chiesa è rimasta molto forte del toponimo della vicina sorgente, detta appunto “Fontana San Pietro”.

Prima dell’anno mille la chiesa di San Pietro le Tartare, avendo subito dei danni, fu abbandonata e ricostruita all’interno della città di Ceccano, a ridosso delle mura, e prese il nome di San Pietro in Iscleta. Nel 1015 i conti de Ceccano la donarono all’abbazia di Montecassino, che l’ha posseduta sino al 12 Agosto 1530, cioè quando fu conferita al canonico Giovanni de’ Pazzi, nipote del papa Clemente VII.

Nel 1750 divenne parrocchia e verso la fine del secolo, a causa delle pessime condizioni in cui versava la chiesa, su permesso della famiglia Colonna, venne demolita e, nel 1781, si iniziò la ricostruzione. Nella prima metà dell’800 la chiesa subì importanti danni a causa di un fulmine e l’edificio fu quindi nuovamente ricostruito e ampliato in stile corinzio.

La costruzione, realizzata con pietra locale, presentava una navata unica con copertura a capanna, senza cupola, ed era dotata di un campanile a pianta quadrata alto trentasette metri. All’interno si conservavano, centinaia di volumi finemente lavorati, pitture, mosaici e tre altari in marmo dedicati a San Pietro, alla Madonna del Perpetuo Soccorso e a N.S.del Sacro Cuore con le rispettive statue. Dietro l’altare maggiore una tela raffigurava il Salvatore nell’atto di affidare le chiavi all’apostolo Pietro. Nel 1880 fu installato un organo al di sopra dell’ingresso, dotato di diciassette registri e millecinquecento canne di piombo.

Durante i bombardamenti avvenuti nel novembre del 1943 e nel gennaio del 1944, la chiesa fu completamente distrutta e tutto quello che rimase della chiesa di San Pietro Apostolo sono un calice e la campana maggiore del 1887, che è stata utilizzata nel campanile della nuova chiesa fino al momento della sua sostituzione, avvenuta nel 2012, ed è attualmente conservata nella nuova chiesa come lo è il calice.

LA NUOVA CHIESA

Nel Gennaio del 1957 si provvide a presentare domanda di ricostruzione della stessa, ma in località diversa rispetto a quella originaria, questo perché il Vescovo Tommaso Leonetti decise che fosse più opportuno ricostruirla in una zona densamente popolata, ma priva di sostegno religioso, piuttosto che a pochi metri di distanza dalla Collegiata di San Giovanni, considerando anche il fatto che la parrocchia di San Pietro non possedeva più alcun terreno. Questo lasso di tempo, tra la distruzione e la presentazione della domanda di ricostruzione, ci fu perché Leonetti non volle suscitare clamore da parte dei  parrocchiani della vecchia San Pietro e preferì aspettare più di dieci anni affinché la memoria collettiva fosse stata più labile e permissiva. Don Lorenzo Capoccetta, parroco di San Valentino a Ferentino, insieme alle sue sorelle e il signor Vincenzo Tiberia donarono un terreno atto alla ricostruzione della chiesa, sito in contrada Colle Leo, lungo l’attuale arteria di collegamento tra Ceccano e Frosinone.

Nel Novembre del 1958 ebbero inizio i lavori e il 10 Maggio 1963 fu finalmente celebrata la prima liturgia, in occasione delle cresime.

Descrizione architettonica

L’odierna chiesa di San Pietro Apostolo, costruita tra il 1958 ed il 1962, presenta una pianta centrale quadrata suddivisa in tre navate, due laterali e una centrale, su cui, tramite pennacchi triangolari piani e pilastri rivestiti in marmo rosso, è impostato il tamburo ottagonale e, su di esso, la copertura piramidale a otto fusi in cemento armato. Il presbiterio è delimitato da una balaustra in marmo policromo su cui sono inserite delle formelle in rame raffiguranti i quattro evangelisti e su cui trovano posto la statua di San Pietro Apostolo, a destra dell’altare, e simmetricamente a sinistra, il crocefisso. Dietro l’altare, che è posto al di sotto di una volta a crociera, all’interno  dell’abside, è conservata la tela “Gesù consegna le chiavi a S. Pietro”, ispirata all’affresco “Consegna delle chiavi”del Perugino, realizzata e donata  da Maria Teresa Miccinelli Lolli Ghetti di Ferentino, su commissione del Vescovo Leonetti. In primo piano è raffigurato Gesù intento a consegnare le chiavi a San Pietro, che è in ginocchio alla sua destra, e sullo sfondo è rappresentata la città di Ceccano con la vecchia chiesa di San Pietro. L’opera è completata da una cornice lignea dorata del XVII secolo. Nell’abside trova posto anche il trono in travertino in stile bizantino realizzato nel 1969 da Aldo Peruzzi, su disegno dell’architetto Giancarlo de Sanctis, per la chiesa di San Nicola, che successivamente lo vendette alla parrocchia di San Pietro.

 

Ai lati del presbiterio, in corrispondenza delle navate laterali, sono presenti, simmetricamente, due altari minori, quello di sinistra conserva il tabernacolo e quello di destra conserva una statua della Vergine Maria, posta su un piccolo altare in legno. Esteriormente la chiesa presenta un esonartece che introduce gli ingressi, due minori, di cui uno dotato di bussola, ed il maggiore, più quello posto a sinistra, perpendicolarmente alla facciata, che è quello del battistero, comunicante con l’interno della chiesa, oggi in disuso. A destra è impostato il campanile, dotato di orologio e di tre campane, a cui si accede dalla cantoria posta al di sopra dell’ingresso, alto circa trenta metri.

 

In facciata domina il grande oculo, al cui interno è disegnata una croce, e le due effigi, posizionate agli angoli estremi superiori della facciata, di papa Giovanni XXIII, posta a sinistra, e del Vescovo Tommaso Leonetti, posta a destra.

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